Bèngasi / Bengàsi
Bèngasi è una piazza di Torino, Bengàsi invece?
Bengàsi invece è la seconda città della Libia, paese che l'Italia ha invaso è occupato, dichiarandolo colonia tra il 1911 e il 1943.
Paese che infine abbiamo ripreso a bombardare, così per sport.

Guerra Italo-Turca 1911-1912




In occasione dell'inaugurazione della nuova fermata della Metropolitana di Torino, Bengàsi, ci è stato chiesto di disegnare un manifesto 70x100 da esporre lungo uno dei corridoi sotterranei della struttura. L'idea iniziale è nata da un dettaglio apparentemente insignificante: l'errore comune nella pronuncia del nome della piazza. I torinesi, infatti, dicono abitualmente Bèngasi anziché Bengàsi.
Questo piccolo sbaglio linguistico ci ha portato a riflettere su un tema ben più complesso e profondo. La Libia, di cui Bengasi è una città simbolo, è uno dei paesi africani che l’Italia ha invaso durante il periodo coloniale, prima in epoca pre-fascista e poi sotto il regime fascista. Come tutte le imprese coloniali, anche quella italiana è stata segnata da violenza e soprusi contro le popolazioni locali. Eppure, nel dibattito pubblico italiano, questa pagina di storia è spesso trascurata o dimenticata. Per questo motivo, abbiamo progettato due versioni del manifesto: la prima, più didascalica, riprende il nome della fermata ripetuto tre volte, accompagnato da una mano che corregge l’accento, spostandolo simbolicamente per cambiare il senso e il significato del nome. La seconda versione, oggi ci pare di preferire la prima, è nata grazie alla scoperta fortuita di una cartolina stereoscopica dell’epoca coloniale intitolata Lo sbarco a Bengasi. Da questa immagine d’archivio abbiamo tratto l’ispirazione per un classico gioco enigmistico: trova le differenze. Attraverso questo espediente visivo, abbiamo voluto stimolare i passanti a osservare con attenzione i dettagli e a riflettere su come piccole differenze possano trasformare il significato di un’immagine. Allo stesso modo, anche lo spostamento di un semplice accento può riscrivere il senso della storia.
CREDITS
Cliente:
Gruppo Torinese Trasporti
Curato da:
Il Cerchio e le Gocce
Con il supporto di:
Città di Torino
Graphic design:
Quiet Propaganda Studio